Con la nascita del Ducato di Benevento si
costituiscono due Langobardie dipendenti da un unico re. La Langobardia Minor si
estende dall'Abruzzo al nord della Calabria, raggiungendo Brindisi e Taranto, e
durerà circa tre secoli più a lungo della Langobardia Maior di Pavia. Per un
lungo periodo Salerno non sarà altro che una residenza minore del Ducato
Beneventano, atta al controllo della fascia costiera, ma con la sconfitta del
Regno Longobardo di Pavia, ad opera dei sopraggiunti Franchi, le prospettive ed
il ruolo della città mutano radicalmente.
Fu Arechi II a ripristinare e rafforzare il Castello Bizantino e a ricostruire
le mura difensive della città, lavorando di diplomazia per contenere le pretese
di Carlo Magno ed ottenere la protezione di Bisanzio. Arechi, che aveva sposato
Adelperga, figlia del re dei Longobardi Desiderio e sorella della più famosa
Ermengarda -andata in sposa Carlo Magno-, stabilì a Salerno la sua residenza
principale, facendo erigere un palazzo per se e la sua corte, rinnovando le vie
d'accesso alla città e fortificandone le mura. Alla sua morte la città si trovò
dotata non solo di una nuova cinta muraria, di strade e costruzioni, ma
soprattutto del rinnovato ruolo di cerniera e punto di ingresso e controllo del
territorio dell'Italia meridionale, nonchè di una nuova e fiorente attività
cittadina. Molti infatti furono coloro che, attratti dalla nuova corte,
lasciarono Benevento per stabilirsi a Salerno, incrementando traffici, commerci
ed attività finanziarie, economiche e culturali.
Ad Arechi II successero: Grimoaldo III, che continua l'opera paterna, Sicone,
che assedia Napoli e si appropria del corpo di San Gennaro, Sicardo che occupa
l'isola di Lipari, conquista Amalfi, ed istituisce la zecca cittadina (soldo
d'oro), Siconolfo, che dopo una lunga e cruenta serie di battaglie contro
Radelchi -principe di Benevento- firma con questi un trattato di pace e di
spartizione del Regno della Longobardia Minore (847 d. C.), dando vita al
Principato autonomo di Salerno, comprendente la gran parte
della Campania, la Lucania, la Calabria settentrionale. Le vicende del
Principato sono descritte nel Cronicon Salernitanum che riporta altre figure
importanti di regnanti longobardi. Dall' 870 al 915 Salerno contrasta le
ripetute invasioni dei Saraceni alleati o al soldo di Napoli. Nel 943 sale al
trono Gisulfo, sotto il cui regno vengono traslate a Salerno le reliquie di San
Matteo, protettore e patrono della città, viene immesso sul mercato il
Tarì d'oro con la iscrizione Opulenta Salernum, e l'incisione delle
mura cittadine, e funziona il Collegio Ippocratico Salernitano, quale
anticipatore della Scuola Medica.
L'anno 1000 vede Guaimario III signore di Salerno, la nascita del quartiere
ebraico della Giudecca, ed il ritorno -brevissimo- dei Bizantini. Salerno oramai
attrae le mire ed i desideri di imperatori e papi. L'imperatore Enrico II
assedia la città fino a quando Guaimario riconosce l'autorità imperiale; il Papa
Leone IX visita Salerno nel 1049 e conferma i privilegi della Chiesa
Metropolitana di Salerno; la dinastia Longobarda si indebolisce e già da tempo
mercenari Normanni sono stati chiamati a servire nelle truppe cittadine,
ricevendo onori e titoli. Il Normanno Guglielmo scende in campo contro Gisulfo
II nel 1058 ed ottiene per il fratello Roberto il Guiscardo la mano della
sorella di Gisulfo la bella Sichelgaita. Ma questo matrimonio non frena le brame
del Guiscardo che nel 1076 assedia e conquista Salerno ponendo fine al
Principato Longobardo di Salerno.



