L’Anjou è un territorio tra la Bretagna e la Normandia che deve il suo nome all’originaria popolazione celtica degli Andecavi e che faceva parte dell’impero di Roma.
Nei secoli seguenti alla caduta dell’Impero Romano d’occidente la tribù germanica dei Franchi, già federata dell’Impero, si insediò nei territori della Gallia romanizzata e il territorio dell’Anjou, fu assegnato al duca Rolando attorno all’anno 800;
il primo conte di Angiers, maggiore centro dell’Anjou, fu Roberto il Forte, avo di Ugo Capeto. Nel 1246 Il re francese Luigi XI assegnò la contea di Angiers al fratello Carlo, che diverrà il capostipite del primo ramo degli Angioini di Napoli.
La battaglia di Benevento e l’inizio del dominio Angioino
La casata degli Angiò interviene nella penisola italica a seguito delle trattative segrete del papa Urbano IV, che intendeva spodestare lo svevo Manfredi Hoenstaufen a favore di una casata più confacente alle mire dello Stato Pontificio.
Papa Urbano IV e poi il Papa Clemente IV richiesero l’intervento in Italia di Carlo d’Angiò.
Nel 1266 presso Benevento si svolse la battaglia tra le truppe franco-Angioine di Carlo e le truppe dello svevo-Hoenstaufen Manfredi.
L’Angiò prevalse e lo svevo Manfredi perse la vita: il Regno di Sicilia passò così alla Casata Angioina. Nella divina commedia Manfredi viene ricordato da Dante nel terzo canto del Purgatorio: “biondo era e bello e di gentile aspetto, ma l’un de’ cigli un colpo avea diviso. “
Casa d’Angiers e la rivolta dei Vespri
Il dominio Angioino durerà fino al 1442. Anche in questo caso la successione e l’insediamento del nuovo casato non avvenne in modo indolore.
Gli Angiò, eleggendo Napoli quale loro capitale, avevano deluso le aspettative di rinascita sia di Salerno che di Palermo, la quale ultima aveva ospitato, fino a poco tempo prima la corte Sveva.
In Sicilia infatti Pietro III d’Aragona, sposo di Costanza e genero del defunto Manfredi di Svevia, alimentava nella nobiltà locale le speranze di un ritorno agli antichi splendori, e, avvalendosi dell’opera del salernitano Giovanni da Procida, fedele sostenitore del casato svevo, fomentò la prima rivolta dei Vespri e poi la guerra contro gli Angioini.
Due casate per un Regno
Questa guerra, iniziata nel 1282 si concluse nel 1303 con l’assegnazione provvisoria della Sicilia a Federico III d’Aragona, succeduto a Pietro III.
Da questa prima divisione del Regno tra due casate, quella francese d’Angiò e quella spagnola d’Aragona, si arriverà ad una riunificazione effettiva del Regno solo con i Borbone, ed il Regno sarà denominato Regno delle due Sicilie.
Le conseguenze per Salerno
L’arrivo di Carlo I d’Angiò a Salerno, che aveva parteggiato per la casata sveva, viene accompagnato da varie prevaricazioni: alla Scuola Medica Salernitana viene tolto il diritto di sottoporre i candidati agli esami di laurea, a favore dell’Università di Napoli; viene distrutto, probabilmente negli stessi anni, il Castel Terracena, costruito dal Normanno Roberto d’Altavilla, e testimone del passato ruolo di capitale della città;
viene istituito, come nuova fonte d’entrate per la corte Angioina, il Principato di Salerno, mentre Napoli è proclamata, nel 1268, Capitale del Regno.
Il Principato di Salerno, nato in ottica feudale e doganale, viene ulteriormente suddiviso, nel 1284 in “citra ed ultra serra Montorii”, ricalcando a grandi linee, la divisione dei territori Longobardi.
Esso viene suddiviso in piccoli feudi, affidati a fedeli Angioini francesi, mentre la città, ricalcando l’antica funzione assegnatale dal Senatus Romano, viene nuovamente fortificata in funzione militare.