I Sanseverino, nobili salernitani, vantavano la discendenza da Thorgis, o Thorgils ( inebriato, devoto di Thor), uno dei guerrieri Normanni che servirono Roberto il Guiscardo nella conquista di Salerno.
Thorgis, francesizzato in Tourgis e latinizzato in Turgisio, aveva ottenuto nel 1061 da Roberto d’Altavilla il Guiscardo, la Contea di Rota nel cui ambito si trovava la fortezza “de Sanctus Severinus” dove erano state ospitate le reliquie di San Severino; e Sanseverino fu da quel momento l’appellativo dinastico del normanno.
Quando il figlio di Turgisio, Ruggero, sposò Sirca, figlia di Pandolfo e nipote del penultimo principe longobardo Guaimario IV, il lignaggio dei normanni Sanseverino si radicò in quello cittadino.
La Saga dei Sanseverino
Nel corso dei secoli seguenti i Sanseverino, imparentandosi man mano con le diverse casate regnanti, furono poi annoverati nella nobiltà di varie nazioni e anche nelle gerarchie ecclesiastiche, tant’è che l’ultimo ramo dei Sanseverino di Bisignano si estinse, al servizio di Francesco II di Borbone, all’indomani dell’unità d’Italia.
Ma per la Casa Aragonese la città di Salerno era uno dei tanti feudi da amministrare e quindi dopo il governo di Orsini, gran feudatario del Regno, Ferdinando I d’Aragona, affida nel 1458 Salerno a Roberto Sanseverino con il titolo di Principe di Salerno: i destini di Salerno e della sua provincia si legarono a quelli della famiglia Sanseverino.
Roberto I Principe di Salerno
Roberto I Sanseverino governa obbedientemente Salerno dal 1458 al 1474, come Principe di Salerno. Quegli anni rappresentano per la città un periodo di pace che consente finalmente la bonifica di terre incolte e paludose nei dintorni cittadini, lo sviluppo di allevamenti di bestiame, della produzione di grano e anche la coltivazione dei gelsi per i bachi da seta. Nascono in quegli anni i primi Monti di Pietà ed altre Opere Pie, come il Conservatorio Ave Gratia Plena, l’Ospedale di San Giovanni di Dio e l’orfanatrofio di San Ferdinando.
Antonello Sanseverino
A Roberto I succede il figlio Antonello Sanseverino che invece di proseguire l’opera paterna organizza e capeggia una rivolta dei baroni locali contro Ferdinando I d’Aragona. La rivolta viene soffocata nel sangue dei locali baroni mentre Antonello Sanseverino prima trova rifugio in Francia e poi si ritira a Senigallia dove morirà in disgrazia nel 1499.
Roberto II nuovo Principe di Salerno
Salerno rientra nel demanio Aragonese e viene amministrata da Jacopo Serra per conto dello Stato Aragonese, fino a quando, Ferdinando il Cattolico investe nuovamente un Sanseverino, Roberto II, figlio di Antonello, del titolo di Principe, affidandogli nel 1502 la città, che fino al 1552 sarà il centro di interesse dei possedimenti feudali dei Sanseverino.
Infatti Roberto II, sposa Marina d’Aragona nel 1506, imparentandosi con il Casato Iberico, ma muore nel 1508.
Sarà Ferdinando Sanseverino, chiamato Ferrante, come lo zio materno, a tenere fino al 1552 la città e i vasti possedimenti feudali che man mano accumula. In questo lungo periodo di amministrazione dei Sanseverino la città riesce solo stentatamente a mantenere il tasso di sviluppo con le altre città della penisola e d’Europa.
Ferdinando “Ferrante” Sanseverino
A Salerno Ferdinando Sanseverino riceve nel 1535 la visita di Carlo V di Spagna, erede delle casate Aragonesi, Castigliane e Asburgiche: sul suo impero “non tramontava mai il sole”.
Egli era in quel momento il più potente rappresentante della più antica casata nobiliare europea che poteva far risalire le proprie origini ai Franchi Merovingi di Clodoveo, tribù germanica federata, nel IV secolo d.C., all’Impero Romano d’Occidente.
Il Sanseverino, forse disilluso della propria posizione di vassallo, e probabilmente, inconsapevole dell’effettiva consistenza della propria condizione, si ripropose di sottrarsi al giogo di un imperatore nato nelle Fiandre che gli risultava straniero.
Dopo qualche anno, in una patetica ripetizione delle gesta di suo nonno Antonello, organizzò e capeggiò, nel 1547, una rivolta anti-Asburgica, prendendo spunto dalla ribellione scoppiata nel Regno contro l’introduzione dei Tribunali dell’Inquisizione secondo il costume di Spagna.
Ma tale moto viene prontamente soverchiato dall’intervento dell’imperatore che, nel 1552, dichiara il Sanseverino ribelle, lo priva dei possessi e del titolo feudale e lo condanna a morte. Ferdinando fugge in Francia: morirà ad Avignone nel 1568.
Salerno all’asta
Nel 1553 Carlo V, trasferisce con un decreto la città di Salerno al Regio Demanio e la mette in vendita all’asta.
Salerno viene comprata dalla Marchesa Del Balzo, di antica discendenza angioina, e poi, nel 1572, dal notabile mercante e politico genovese Nicola Grimaldi, uno dei maggiori e scaltri finanziatori delle esigenze militari dell’imperatore Carlo V prima e di Filippo II in seguito.
Il prezzo concordato di 128.000 scudi, includeva anche il titolo di Principe di Salerno.
Scomparve per la città ogni indipendenza e dei Principati Longobardi, Normanni, Svevi, Angioini e di Sanseverino non rimase che il ricordo.