Il termine Normanno significa semplicemente “uomo del nord” e indica l’insieme di popoli che abitavano la parte centro-meridionale della penisola scandinava. Il termine Norreno, di pari significato, indica per estensione anche le popolazioni della penisola danese e delle isole baltiche. Il termine Vikingo invece attiene a quei gruppi di guerrieri norreni, uomini e donne, dediti a razzie, e ad atti di pirateria verso le navi e sulle coste dei mari nordici, ma parimenti pronti anche ai commerci e alle guerre di difesa contro i nemici.
I Normanni in Italia
I Normanni erano rimasti ben lontani dall’influsso dell’impero di Roma; vivevano in villaggi di capanne sulle coste scandinave, coltivando terre avare e fredde, e trovando nella pesca maggior sostentamento. I villaggi erano governati da uno “jarl”, un conte, che rispondeva ad un principe o ad un re non troppo invadente. L’indole guerresca e forse la voglia di facile conquista spinse i Normanni all’avventurosa e cruenta espansione nel resto del grande mondo a loro sconosciuto alla fine del 700 e per i trecento anni seguenti.
Questo popolo riuscì a imporsi in tutta l’area europea ed oltre, fondando dinastie e casati che ancor oggi ne vantano la discendenza.
Mercenari, temuti forse più dei Saraceni e considerati “nefandissima gens” i Normanni furono attori di un periodo di instabilità, guerre, saccheggi, tradimenti e voltafaccia tra i vari principi, duchi e signori locali, che a loro volta non esitavano a chiamarli per combattersi tra loro nel più ampio scenario della grande lotta tra il potere temporale e quello ecclesiale, conflitto che continuerà in tutta Europa nei secoli a venire.
Il klan Drengot Quarrel e il klan del vikingo Hialtt.
Il primo klan norreno a conquistare un signoraggio fu quello dei Drengot Quarrel che, dopo aver servito nel 1009, come mercenari della milizia del longobardo Melo di Bari, Duca di Puglia, riuscirono ad ottenere il Ducato di Aversa.
Immediatamente sulle orme dei Drengot, si afferma in Puglia un altro manipolo di norreni, proveniente da Hauteville la Guichard, villaggio del nord-ovest francese, fondato da un vichingo norvegese di nome Hialtt che gli diede il nome di Hialttvilla (Hauteville/Altavilla).
Il capostipite degli Altavilla in Italia, Guglielmo, dopo alterne vicende ottiene il ducato di Puglia e Calabria, stimolando le ambizioni del fratellastro Roberto il Guiscardo, che era sceso in Italia con altri mercenari, in cerca di fortuna e di un territorio.
Questo Normanno di Francia, di oscure origini e grande avidità, di possanza fisica e arguzia strategica, riesce con susseguenti alleanze e vassallaggi ad ottenere da Drogone, succeduto a Guglielmo, il comando della fortezza longobarda di Scribla al centro della Piana di Sibari, facendo accrescere la presenza e la potenza Normanna.
Roberto e Sikelgaita
Dopo la sconfitta dei Longobardi e di Papa Leone IX nella Battaglia di Civitate (Foggia) i Normanni si affermano come nuovi conquistatori/difensori del meridione d’Italia. Roberto il Guiscardo, duca di Puglia e di Calabria, assedia Salerno, che era rimasta fedele al Papato, ottenendo dall’ultimo Principe Longobardo, Gisulfo II, prima la mano della principessa longobarda Sikelgaita e in seguito la signoria sulla città.
Salerno diventa il maggior centro dei dominii del Guiscardo che subito inizia ad edificare il Duomo cittadino sulla tomba dell’evangelista Matteo, e la propria residenza: Castel Terracena.
Salerno capitale normanna
Il Guiscardo rende Salerno capitale dell’Italia meridionale e centro di potere politico militare.
Nel 1079 Roberto firma la pace con suo nipote Giordano di Capua; nel 1080 sposa a Salerno la figlia con Raimondo di Barcellona;
nel 1084, con un esercito di seimila cavalieri Normanni, libera Roma assediata da Enrico III e porta il Papa Gregorio a Salerno dove si consacra il Duomo a San Matteo Evangelista.
Ma il Guiscardo ha altre ambizioni e, tralasciando le cure del suo regno, si volge alla conquista dell’Impero Bizantino. Già aveva conquistato Durazzo, Corfù e Salonicco quando muore nel 1085, nell’isola di Cefalonia, mentre si preparava a marciare su Costantinopoli.
La nascita del “casato”
Con la conquista dell’ex Principato Longobardo da parte di Roberto il Guiscardo, già signore del Ducato di Puglia e Calabria e di gran parte della Sicilia, Salerno diventa nel 1077 la capitale di questo nuovo regno Normanno che va da Capua alla Calabria e rappresenta da un lato la riunificazione di territori di antica colonizzazione greca (Magna Grecia), dall’altra la fase embrionale del futuro Regno delle due Sicilie. E’ infatti con Roberto che si affaccia alla ribalta storica una nuova modalità di “signoria”.
Superato l’impianto coloniale e quello dell’impero romano/bizantino, il dominio territoriale era derivato, nel periodo altomedievale, da invasioni di intere popolazioni barbariche (Vandali, Goti, Longobardi, Franchi etc.) che si stanziavano nelle regioni italiche.
Questo processo determinava tra l’altro una assimilazione e commistione etnico/culturale tra ‘invasori’ e popolazioni preesistenti che si esplicava in signorie locali unite da una cultura comune.
Con Roberto il Guiscardo si delinea invece un potere staccato sia dalla etnia di provenienza sia da quelle conquistate; e nemmeno si configura l’instaurazione di una dinastia legata ad un preciso territorio ma si intravede la nascita di una signoria derivante dalla capacità a dominare del ‘casato’, i cui membri sono atti a regnare per se ipse su questo o quel territorio e su questo o quel popolo. Questo peculiare attributo sarà, nei secoli a venire il tratto distintivo che individuerà le Case Regnanti.